Article from “Il Friuli” (10th Dec 2012)

Pianista con la valigia

Dai paesi balcanici al sud-est asiatico, passando per il Medio Oriente: la storia di Giovanni De Cecco

Una figura nomade ed eclettica, ma allo stesso tempo ancorata ai saldi valori estetici della musica colta, quella del pianista udinese Giovanni De Cecco. Inizia la sua carriera con il grande amore per il folclore romeno e ungherese; viaggia sulle orme di Bela Bartok in Transilvania e poi in Moldavia, raccogliendo dai musicisti zingari e contadini delle splendide gemme musicali, che poi presenta al pubblico di innumerevoli paesi in festival di musica klezmer, stagioni di musica da camera, jazz-club. Insomma, il suo pianoforte non conosce limitazioni di pubblico, per la natura stessa della concezione musicale di De Cecco: suona temi folcloristici secondo la maniera tradizionale appresa nei suoi viaggi tra i contadini transilvani; oppure improvvisa sui quei materiali balcanici in numerosi jazz club del mondo (Svezia, Turchia, Romania, Ungheria, Germania, Austria…); oppure, sulle orme di Franz Liszt e Béla Bartók, presenta, nelle stagioni di musica da camera, suite pianistiche composte da lui su materiali tematici tradizionali. Ma continua anche a esibirsi nei repertori tardo romantico e novecentesco a lui cari (Wagner, Liszt, Brahms, Bartók).

Diventa a pieno titolo un rappresentante della musica romena, esibendosi per ben due presidenti della Romania, unico artista non romeno a rappresentare il paese con la sua musica all’Expo 2005 di Aichi in Giappone. Poi inizia ad affiancare all’attività concertistica quella didattica, tenendo masterclass in diversi paesi del mondo.

Nel solo 2012 ben due volte è stato chiamato a suonare e tenere lezioni in università e scuole musicali della Thailandia, alternando le visite nel Sud-Est Asiatico con una masterclass al conservatorio di Teheran in Iran. Come i musicisti zingari dall’India nei secoli migrarono in Europa, passando per l’impero Persiano e Ottomano e assorbendo musiche, usi e costumi dei popoli che li ospitavano, così De Cecco compie il cammino à rebours: va in Romania e porta i suoni di quella terra in Europa e in Asia; allo stesso tempo si reca nel Sud-est Asiatico e in Medio Oriente, tenendo masterclass pianistiche rigorosamente ancorate alla tradizione del pianismo della musica colta occidentale.

Il suo nomadismo, che lo porta a non stare mai fermo per più di due mesi nello stesso posto, si rispecchia anche nei concerti monografici che dedicherà a Richard Wagner nel 2013, anno del bicentenario della nascita. Richard Wagner è infatti il musicista della modulazione continua, del cromatismo, dell’incessante vagare. Segno di un artista che non trova pace se non nel continuo cambiamento e peregrinare, ma con un saldo ancoraggio ai valori della Tradizione. Per informazioni: www.giovannidececco.com.

10 dicembre 2012